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tribumondo: un antico ideale per un nuovo assetto mondiale

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    I PERCHÉ DELL’OSSESSIVO RICORSO ALL’ESPOSIZIONE DEI SIGNIFICATI DELLE PAROLE

 

(tempo di lettura 7 minuti circa)

 

Il significato di TRATTARE è “Prendere in esame un argomento per scritto o a voce, affrontare.”

 

Nel ragionare di qualcosa con altre persone, e persino nello scrivere di un argomento, una cosa che non facciamo quasi mai in modo esplicito, preciso e formale è stabilire di che cosa vogliamo trattare; una cosa che facciamo invece molto spesso è cavillare sul significato da dare alle parole, ovvero sul modo di interpretarle, tanto più quanto più esse, invece di essere univoche, e quindi non soggette ad interpretazione, sono invece polivoche, quindi equivoche, e quindi tanto più interpretabili quanti di più sono i significati ad esse attribuibili, e quanto più, ciò a cui si mira, non è accertare la verità ma tirare il più possibile l'acqua al proprio mulino.
Come mi pare evidente, e come dimostrato dall’esperienza, il risultato di quanto sopra è tanto più il cosiddetto dialogo tra sordi quanto più, nessuno degli interlocutori, è disposto ad abbandonare la sua posizione, e di questo genere di discussioni, le nostre televisioni e le nostre radio, ce ne propinano in abbondanza, e credono anche che fornirci dei “punti di vista” differenti sia anche una cosa buona; ma il principale risultato che ottengono è di confondere ancor più le idee, soprattutto a coloro che le avevano già confuse.

 

In realtà, le cose non sono quello che noi vogliamo o che crediamo che siano, bensì sono ciò che sono, ossia ciò che è la loro vera essenza; per cui quello di cui noi gente* abbiamo bisogno non sono le opinioni, ma la verità; e la verità qual è?

 

Non so quanti hanno fatto questa considerazione, ma noi gente, fin dalla notte dei tempi, man mano che le scoprivamo, o che le concepivamo, e che sentivamo il bisogno di chiamarle, abbiamo dato alle cose un nome.

 

Inizialmente, l’unico criterio logico per dare un nome alle cose era associare ad esse un suono, o una serie di suoni, che evocassero il o i loro aspetti eo effetti di maggiore impatto, per cui l’unica incongruenza possibile era chiamare “scric” una carezza e “suift” un pugno sul muso; successivamente, però, alcune parole sono state derivate da altre, per cui l’eventuale incongruenza era tanto maggiore quanto più la cosa chiamata con la parola derivata, si scostava da quella a cui la parola principale dava il nome.

 

Stando all’Oxford Languages, la parola socio è nata nel 13o secolo e la parola società nel 14o; la parola società, quindi, è stata derivata dalla parola socio.

 

Il significato di SOCIO è “Partecipe con altri di una qualsiasi impresa, e part. di una società civile o commerciale.”

 

Se il significato di SOCIO è Partecipe con altri di una qualsiasi impresa, che bisogno c’è di precisare e part. di una società civile o commerciale? Ed una società civile che cosa è?

 

Intanto fissiamo in mente che il socio è una persona partecipe con altri, ove con partecipe, spero siate d’accordo con me, si intende che condivide sia gli oneri sia gli onori, e dove con condivide si intende che la partecipazione è spontanea, quindi voluta e non obbligata.

 

Secondo una prestigiosa enciclopedia italiana, la SOCIETÀ CIVILE è l’“Insieme delle relazioni associative, economiche, culturali e sociali intercorrenti nelle società complesse tra i cittadini, che si pone come un reticolo distinto e talvolta contrapposto allo Stato e alla società politica.”

 

Lo stesso vocabolario che fornisce la definizione di socio, spiega anche che la SOCIETÀ è “insieme organizzato d'individui.” ed “Organizzazione di persone che si riuniscono per cooperare a un fine comune.”; ed entrambe le definizioni, soprattutto la seconda, “fanno scopa” con la definizione di socio.

 

Tornando alla società, ancorché civile, se si cerca il significato di PLURALISMO, sempre lo stesso vocabolario spiega che esso è “Indirizzo politico-sociale che, partendo dalla constatazione dell'esistenza nella società di forze o classi di diversa ispirazione e miranti ad obiettivi diversi, rivendica per le stesse il diritto a forme associative (partiti, sindacati, ecc.), e quello del loro inserimento nella conduzione dello stato.”

 

E dunque, i soci sono persone che si riuniscono per cooperare a un fine comune, o sono persone di diversa ispirazione e miranti ad obiettivi diversi?

 

E la società è un’organizzazione di persone che si riuniscono per cooperare a un fine comune, o un insieme di forze o classi di diversa ispirazione e miranti ad obiettivi diversi?

 

Ecco, a molti di noi gente, del ragionamento che ho appena fatto frega meno di niente, ma avere le idee chiare su che cosa intendiamo quando affermiamo di essere una società, ossia essere consapevoli di se e quanto, lo siamo veramente oppure no, è o non è importante?

 

A mio parere, importante lo è eccome, perché molti dei problemi di cui noi gente ci lamentiamo sono riconducibili a questa incongruenza, che a sua volta scaturisce dalla nostra SCONCLUSIONATEZZA (Incapacità di giungere a conclusioni pratiche o anche solo di mantenere un minimo di coerenza logica), e fintanto che non poniamo mano a questo problema, noi continueremo ad essere la principale causa dei mali di cui ci lamentiamo; E QUESTO È IMPORTANTE O NO?

 

Di per sé, questa cosa importante lo è eccome, ma per chi non è in grado di capirla, ovviamente, importante non lo è.

 

In conseguenza di quanto sopra, nell’affrontare i miei ragionamenti, la prima cosa che faccio è chiarire il più possibile “di che cosa si tratta”; e per farlo nel modo meno interpretativo, e quindi più oggettivo di cui sono capace, parto sempre dall’esposizione del nome di quella cosa, accompagnato dalla spiegazione che il vocabolario fornisce di essa, ovvero da qual è la sua vera essenza secondo il vocabolario, salvo poi, nei casi in cui non sono d’accordo, di argomentare perché non lo sono, fornendo così quello che considero un contributo importante per la lotta alla sconclusionatezza che, come ho appena affermato, è la principale causa dei mali di cui ci lamentiamo.

 

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